L’origine dei Biscotti, dai Faraoni alla Rivoluzione francese

Le origini dei biscotti potrebbero risalire a migliaia di anni fa, quando i cereali venivano bolliti e conservati sotto forma di gallette. Esistono ritrovamenti che testimoniano il consumo di gallette nel 2500 a.C. !

Nella tomba di un faraone della V dinastia, infatti, è stato ritrovato un affresco raffigurante un operaio mentre soffia in un forno dove stanno cuocendo delle gallette o una preparazione simile.

C’è poi la leggenda di Giasone, mitico eroe greco, che, prima di partire alla ricerca del Vello d’Oro con gli Argonauti, si fece preparare del pane. Quest’ultimo però non venne sfornato alla perfezione e si presentava con una forma appiattita e una consistenza secca. Vi ricorda qualcosa? Fu però l’unico alimento che riuscì a conservarsi durante il viaggio e divenne uno dei pasti preferiti dai marinai dell’epoca.

Questo antenato del biscotto venne chiamato dai latini “Panis Nauticus” (la galletta dei marinai) oppure “Biscoctus”, cioè “cotto due volte”.

Gli antichi romani ebbero l’intuizione di aggiungere del burro e del dolcificante all’impasto, trasformandolo in una pietanza meno light e più saporita.

Durante il Medioevo la cottura al forno iniziò a diffondersi maggiormente, abbandonando gradualmente quella sotto la cenere.

A influenzare molto la pasticceria, prevalentemente francese all’epoca, fu l’arrivo alla corte di Enrico II di Valois nel 1533 della fiorentina Caterina De’ Medici, accompagnata dai suoi chef e pasticcieri italiani.

Nel XVII secolo i biscotti, sia dolci che salati, furono sempre più diffusi e il più delle volte venivano aromatizzati con vaniglia, caffè, cioccolato, cocco, anice, ma anche farciti con marmellata e frutta secca.

Nel XVIII secolo nasce l’espressione “Petit Four”, ovvero dei piccoli dolcetti da mangiare in un sol boccone. Il nome “piccolo forno” derivò dal fatto che venivano cotti solo quando la temperatura del forno iniziava a calare.

Dopo la Rivoluzione Francese, una delle mode della nuova borghesia fu proprio quella di mangiare qualcosa di nuovo, sia nel sapore che nell’aspetto. Del resto, in quel periodo i nobili adoravano vantarsi dei propri cuochi. Fu così che i cuochi iniziarono a curare anche l’aspetto dei dolci.

L’evoluzione della biscotteria non si è mai fermata, fino all’arrivo dell’epoca contemporanea e alla sua vastissima varietà che, ad oggi, possiamo trovare in qualsiasi pasticceria, bar o supermercato.

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